Amadio ancora una volta in testa alla graduatoria dei più votati, seguono i dem Bianchi e Caruso, più la novità dei giovani dem e Raspanti civico filo-Salvetti. Sorgente resta il punto di riferimento del mondo M5s, nel fronte Barale l’exploit personale di Trotta e Cateni, il rebus Buongiorno

di Mauro Zucchelli

Per adesso solo l’elenco dei nomi: qui messi in fila i candidati sulla base del totale delle preferenze raccolte (i numeri sono quelli, provvisori e non ufficiali, forniti dalla comunicazione online di Palazzo Civico e probabilmente saranno soggetti a qualche assestamento successivo). Balza agli occhi il boom personale dell’assessore Andrea Raspanti, ma dentro il più complessivo allargamento del bacino del centrosinistra extra-Pd all’interno del risultato della coalizione vincente. Detto per inciso, nella galassia filo-Barale spicca il risultato personale di Aurora Trotta e Vittorio Cateni per Livorno Popolare e quello dell’ex vicesindaca Stella Sorgente che di elezione in elezione conferma di essere il riferimento forte del mondo dei Cinque Stelle anche adesso che va male. Forse per via del fatto che proprio Buongiorno aveva la leadership della coalizione con Valentina Barale, la lista buongiornina non brilla dal punto di vista dei consensi individuali. Si dirà giustamente che quel che conta è il dato collettivo più che quello singolo (si veda il bassissimo numero di preferenze in casa Pci o Rifondazione) ma così non era stato, ad esempio, nel voto che aveva tenuto a battesimo nel 2014 il maggior esperimento politico-elettorale (ma anche sociale) della nostra storia recente, cioè Buongiorno. In quel caso, non solo il dato complessivo era stato il doppio ma anche il traino di quanti avevano voluto metterci la faccia era stato maggiore: in venti sopra le 50 preferenze, ora sono 14.

A più tardi con qualcosa di un po’ più strutturato. Già la lista è lunga: ho messo in fila gli oltre 220 candidati che hanno preso almeno 20 voti personali. Da non dimenticare che 82 persone su 576 si sono presentate agli elettori e non hanno ottenuto neanche un voto: un candidato su otto. Può far sorridere ma è anche il segno di chi ha accettato di offrire la faccia e non ha voluto neppure votare sé stesso nel segreto dell’urna. Quasi 120 hanno incassato da una a cinque preferenze e una settantina fra sei e dieci. In tutto i candidati al di sotto delle 20 preferenze – la larga maggioranza dei casi (349, cioè oltre il 60%) – hanno portato a casa poco più di 2mila voti: e se pensiamo che il successo di Salvetti è stato decretato da quei neanche 1.300 voti in più…

Vedremo di capirci qualcosa: capire – avrebbe detto un tale che non ha fatto una bella fine, “con i miei piccoli occhi mortali, come ci si vedrà dopo”. Sempre parafrasandolo: se queste novità che riguardano anche consiglieri giovani diventassero la luce che lui si immagina, ecco sì che “sarebbe bellissimo”.

Ecco la lista di quanti hanno preso almeno 20 preferenze: